5 ott 2005

ORA BASTA!

Succede che un allenatore di calcio ci resti in diretta tv, su un'emittente locale.
Succede che poche decine di minuti dopo Mentana dia la notizia su Matrix e scelga di rimandare le immagini del decesso.
Succede che La Stampa pubblichi il prevedibile editoriale assolvi-tv.
Succede infine che mi rompo le palle e scrivo alla giornalista autrice del pezzo (Alessandra Comazzi).
Ora vedremo che succede.
Io intanto mi sono tolto un sassolino da una scarpa sempre più colma e sto vagamente meglio.
(seguono l'editoriale e la mia lettera all'autrice)



Ipocrisia cattiva consigliera (di Alessandra Comazzi, La Stampa, 5 ottobre 2005)

Suvvia, non facciamo gli ipocriti. In televisione ne vediamo di tutti i colori, violazioni della privacy continue, telecamere nascoste o palesi a seguire deliberatamente la vita in tutte le sue fasi, e pure la morte. E adesso molti si scandalizzano perché «Matrix» ha trasmesso in diretta il malore tragico di Franco Scoglio. Che è una cosa orribile, eppure naturale: avvenuta, per drammatica combinazione, sotto l’occhio rosso della telecamera.

Il problema originario è che sempre più fasi dell’esistenza si svolgono nella cosiddetta «piazza virtuale», sotto lo sguardo vigile del Grande Fratello, non quello di Canale 5 ma quello di Orwell. Scoglio stava partecipando a un programma in diretta, non è stato inseguito nei camerini o dentro casa sua, contro la sua volontà: si era consapevolmente messo nelle condizioni di apparire.
Tutte le volte che una persona, comune oppure no, accetta di andare in video, accetta anche le conseguenze.

La privacy è già violata in partenza e le regole si conoscono, si conoscono fascino dell’orrido e voyeurismo.
Quando durante una gara di Formula Uno una macchina va a schiantarsi, forse la telecamera toglie discretamente il disturbo? Quando le bombe scoppiarono in diretta mentre Giovanna Botteri conduceva il Tg3, la telecamera forse si allontanò? Restò e documentò. Sebben che sia la morte: è lei che è sconcia e indiscreta, non la tv.


Opportunismo cattivo consigliere

Quando gli indichi la luna lo stolto guarda il dito.
Non me ne voglia, cara Alessandra, ma credo che per una volta lei non abbia colto nel segno, nel suo editoriale di oggi.
Sono almeno due i centri che Lei ha mancato.
Il primo è l'oggetto del contendere.
Perchè concentrarsi sulle troppe "dirette" di cui la tv ormai si alimenta quando qui il problema è una differita?
La morte di Scoglio non è avvenuta su Matrix ma in un'altra diretta. Mentana ha scelto di mandare un filmato, di riavvolgere un nastro per riproporre una non notizia.
Credo che se avessimo ancora la voglia o l'onestà intellettuale di fare delle distinzioni, questa meriterebbe qualcosa di più dell'assimilazione che le garantisce il suo pezzo.
Quando all'indignarsi, ancora una volta mal dirige i suoi corsivi.
Molti telespettatori, mi creda, hanno da tempo lasciato l'indignazione per la ribellione.
Questa mia ne è un esempio, ma la Rete ne è piena.
La rete, non la tv, nè, ahimè la carta stampata.

Che alla sconcezza e all'indiscrezione della vita non si possa dare un taglio è cosa certa.
Lo si potrebbe dare alla pornografia del dolore, perchè gratuita.
E alle lezioni sul dovere/diritto di cronaca, perchè stantie e sempre più sospette.

Ci pensi.