3 dic 2004

inFeltrirsi ...

Letta su un forum a proposito di Feltri, a cui l'insostituibile Massimo Gramellini aveva recentemente concesso l'attenuante dell'incontrollabilità.

Scrive un lettore di MG: "mi stupisce un po' la patente di "incontrollabile" assegnata d'ufficio al pur bravo Feltri. Insomma: quando lavorava per l'organo leghista, giù legnate spesso eccessive contro i politici coinvolti in tangentopoli.
La sfida, all'epoca, era tra Politici Corrotti (tutti) contro Magistrati Eroici (tutti). E' bastato cambiare datore di lavoro, per ritrovarlo su posizioni radicalmente contrarie a dirigere il giornale di famiglia dei Berluscones: adesso la sfida è tra Magistrati Comunisti (tutti) e Politici Vessati (quelli di centrodestra).
Il dubbio che tale conversione sia frutto di umanissimo calcolo e non dell'innata incontrollabilità, pare legittimo. Senza volersi dilungare, credo vi siano esempi che meglio si attaglino alla definizione di "incontrollabile": Montanelli, che attaccava Berlusconi dalle colonne del suo stesso giornale. Massimo Fini, bravissimo giornalista di destra non allineato. Mi viene in mente Pasolini, e certamente dimentico decine di giornalisti o uomini di cultura "silenziati" dall'ortodossia comunista.
Credo che un primo fondamentale esame per assegnare la patente di "incontrollabile" sia di valutare se il patentando è efficace nel criticare i rappresentanti del proprio schieramento politico: Feltri non mi sembra così attento, le critiche nei confronti di Berlusconi le ha consumate tutte prima di diventare suo dipendente. Tutto qui: pur, lo ripeto, giustificando umanamente tale pratica, credo che l'autorevolezza di Feltri sia poco più convincente di quella di Emilio Fede. Peraltro non ritengo che Feltri avesse ragione prima, quando tifava per gli arresti.
E non credo abbia ragione oggi, nel definire "comunisti" tutti i magistrati.
La verità, probabilmente, sta come al solito nel mezzo: un posto che Feltri non ha mai visitato.