13 dic 2006

Idee regalo (regalo Idee)

Pare che un blog senza un post natalizio sia come un film di Woody Allen senza una canzone di Cole Porter.
Per cui ecco il mio post.
Una piccola compilation di idee regalo.
La aggiornerò.
O forse no.

A quelli cronicamente in ritardo, regalo un fuso orario tutto loro.
Ai blogger che non ho mai letto, regalo un post che non ho mai scritto.
Ai vecchietti da cantiere, un contratto con Renzo Piano.
Agli stonati stonati cronici, l'inedito di Amalia Grè: "Live sotto la doccia".
A quelli che parlano con le frasi fatte, una scorta inesauribile di parole desuete.
A quelli che si prendono i meriti e ti lasciano le colpe, un’indigestione di complimenti.
Alle mamme isteriche, un figlio posapiano.
Ai pensionati in bicicletta, la visione periferica di Magic Johnson.
Ai tifosi ritrovati della seconda squadra del Piemonte ... cento di questi anni.
A quelli che non ti fanno lo scontrino e ti guardano male se glielo chiedi ... un cognato finanziere.
Anche a quello che mi fa il croissant e il caffè con cui inizio ogni giornata.
Alle donne che ho inseguito per gioco e si sono sentite braccate per davvero, regalo una frase di Mister O che spero le metterà tranquille una volta per tutte: "Non mi spaventa il fuggire delle donne, solo una è importante".
A quelli col navigatore, auguro di perdersi in un posto memorabile.
Alla mia ex che ha speso una vita per diventare tale, regalo dei guanti di cioccolata per quando inizierà a mangiarsi le mani.
Agli operatori dei call center, auguro che la successiva telefonata gli vada meglio.
A quelli cui non viene una parola, auguro che sia "rassegnazione".
A quelli col cotone nell'ombelico, auguro cachemire nelle orecchie e angora tra le dita dei piedi.
A quelli "l'avevo detto", di dire meno cazzate.
Agli sceneggiatori di Lost auguro che la storia richieda un ritorno di Ana Lucia in canottierina nera.
Ai vigili che danno le multe, una penna ad inchiostro simpatico.
A quelli che ti raccontano la fine di un film, un sequel incomprensibile.
A quelli che "se non lo leggi in inglese perdi il 50% delle cose" auguro di non aver capito l'altro 50%.
A quelli "assolutamente sì" e "quant'altro" regalo assolutamente quant'altro.
A quelli che hanno detto ai miei nipoti che Babbo Natale non esiste regalo una slitta con le renne per andare a verificare di persona.
A chi non trova le parole di trovare almeno parcheggio, e viceversa.
A quelli che si svegliano di cattivo umore, regalo un'alba esilarante.
A quelli che non vedono il bello delle cose, regalo un foulard di entusiasmo per lustrarsi gli occhi.
Alle persone che non ci sono più, auguro uno qualsiasi dei mondi in cui ce li siamo voluti immaginare quando ci hanno lasciati. E se sentissero forte la nostra mancanza, raccomando ancora un po’ di pazienza.
A quelli che guardano il mondo dall’alto di un SUV (qualsiasi cosa voglia dire), uno specchietto telescopico con cui scoprire quanto sono belle le persone in cinquecento.
E in particolare a quello che oggi rischiava di mettere sotto un passante perché ha saltato la coda invadendo l’altra carreggiata, auguro che sia potuto arrivare a casa in tempo per trovare la moglie con uno senza patente.
O al più con una cinquecento gialla.

1 dic 2006

L'UGC centenario

Pare che il vero fenomeno del terzo millennio, quello realmente significativo che, non a caso, muove assegni a molti zeri si chiami UGC, cioè User Generated Content.
Siti tipo Wiki, YouTube, IMDB valgono perchè vengono dal basso, dalle persone che li fanno.
Si potrebbe quasi dire che sono le persone che li fanno.
Leggo queste cose e penso che c'è un UGC vecchio di Cento Anni.
Si chiama Toro.

Ma dove vai se il boicottaggio non ce l'hai?

C'è una new entry, nella classifica dei "cattivi da boicottare": l'IKEA.
La ragione?
Non vende i presepi.
Ora, io adoro i presepi ma quando ho saputo che l'IKEA non li tratta ho tirato un enorme sospiro di sollievo.
Dico: ve l'immaginate il bambinello steso su un mini-klippan, stipato dentro una mangiatoia ergonomica, con bue e asinello soppalcati e una parete di Billy al posto delle canoniche balle di fieno?

La cassata della Cassazione

Nella forma: i primi due gradi di giudizio sono stati svolti nel posto sbagliato quindi non valgono.
Stile il processo è mio, gnè gnè gnè.
Nella sostanza: Previti non è Previti.
Attendiamo con ansia il momento in cui ci spiegheranno che Dell'Utri è un paladino dell'antimafia, Falcone e Borsellino due picciotti.

27 nov 2006

Il futuro che non c'è

Sono stato ad una di quelle riunioni plenarie in cui un manipolo di dissociati delinea scenari strategici e spiega agli strati intermedi il perchè di una rivoluzione imminente.
All'uscita ho guardato le espressioni dei partecipanti.
Sembrava il casting del Titanic.

24 nov 2006

Il bulletto dai piedi di balsa

Nel boschetto della mia fantasia
c'è un fottio di animaletti un pò matti inventati da me,
che mi fanno ridere quando sono triste,
mi fanno ridere quando sono felice,
mi fanno ridere quando sono medio;
in pratica mi fanno ridere sempre,
quel fottio di animaletti inventati da me.

C'è il bulletto che tarocca le schede
il bulletto che non sente e non vede
e indovina chi c'è?
C'è pure il bulletto a manetta sul viadotto
il bulletto col suo giornaletto
Quattro ne ho inventati;
sono gli animali della mia e della tua fantasia.

Ma un giorno un bulletto lecchino perfetto
si recò dal bulletto col capello rifatto
e gi disse: "C'è il bulletto che scrive il diarietto
che parla molto male di te:
sostiene che i voti non sono poi quanti sostieni
ma sono in effetti quattro schede bislacche
ricoperte da una fitta serie di patacche".

"Mio caro bulletto ascolta il capetto, qui nessuno è perfetto
L'amico bulletto che scrive il diarietto ha scoperto la verità:
egli ha nascosto una microspia, nelle nostre sezioni
e nei nostri broglioni, così ha scoperto che io, solo io,
sempre io, anche io, nient'altro che io, si si proprio io......
Sarei stato sicuro rieletto,
proprio grazie a quel bel tarocchetto:
accusavo il bulletto magretto magretto
ma intanto le bianche gli sfilavo di sotto"

Ma la legge prevede una pena aggiuntiva
per questo reato, l'ascolto forzato di.........

Nel boschetto della mia fantasia
ora c'è un bulletto senza più i voti
che invoca pietà,
quand' ecco che un piccolo amico si avvicina.......

Mi presento: son Saverio Francesco
e come avrai intuito adesso stai fresco ...

23 nov 2006

Vorrei dirle una parola in confidenza

E' più forte di me!
Io, alle persone di una generazione avanti alla mia, il tu non riesco tanto facilmente a darlo.

Solo che a volte mi mettono in difficoltà, costringendomi ad abbandonare il "lei", mio malgrado.
E' accaduto ieri, con un cliente particolarmente su di giri, che mi ha accolto chiedendomi aggiornamenti sulla fauna sottostante (il suo ufficio, in pieno centro).

Certo, se fossi rimasto fedele alla linea del lei, ne sarebbe uscito un botta e risposta decisamente più surreale.
Questo.
- Tu che arrivi da fuori ... c'è figa in giro?
- Le dirò, non così tanta ...

20 nov 2006

Videopagàtela

Sì, lo so, le legge del taglione non è più in da tempo.
Però è più forte di me; io i giovani che bulleggiano, filmano e youtubano li ripagherei della stessa moneta.
Che li mettano a togliere le cartacce dai viali o a dipinger staccionate, io li filmerei.
Tutti.
E in alta risoluzione.
Perchè se il mondo non è cambiato troppo c'è una cosa temuta più di qualsiasi altra, a quell'età.
Ed è lo sputtanamento.
Occhio per occhio, clip per clip.

16 nov 2006

Speriamo resti femmina

Stamattina in radio hanno detto che nelle prime otto settimane di vita (di vita fetale) siamo tutti femmine e che se proprio dobbiamo diventare maschi, beh ... non se ne parla se non a partire dalla nona (detto per inciso: se esce "Mondo 2.0" spero che l'Architetto questi due mesi en rose non li piazzi all'inizio ma a caso, quando meno te l'aspetti).
Resta invece fitto il mistero su quando si diventi uomini.

Between before and AFTER

Una donna parla a una telecamera, la sua è una confessione a cuore aperto.
La donna non ne può più del suo corpo e in particolare del suo seno, troppo piccolo e per giunta precipitato dopo le gravidanze.
Nella stanza a fianco le creature di cui sopra giocano felici e ignare del giuramento che nel frattempo la mamma sta facendo coi telespettatori.
Il giuramento prevede numero 2 protesi, numero 1 sollevamento mammario e poi ancora rifacimento del naso (si chiama rinoplastica), liposuzioni sparse, rimodellamento della pancia, ricostruzione dei muscoli addominali e altre amenità.
Seguono intervista del marito entusiasta e trepidante ("non vedo l'ora ..."), del chirurgo trepidante ed entusiasta (dice in ordine inverso le stesse cose del marito, tanto che qualche sospetto lo desta), sequenze osè della moglie allo specchio che rimira le sue forme come qualcosa che presto non le apparterrà più e infine miniclip delle amiche che spiegano che contano le ore all'intervento per riavere la buontempona di un tempo, altrimenti avviata ad una parabola umana di accartocciamento metaforico e non.
L'ultima immagine prima del'anestesia è quella del chirurgo che sul corpo nudo della paziente tratteggia linee come un sarto davanti alla tela grezza.
Finalmente la macelleria ha inizio.
Ettari di pelle che vanno e vengono, trivelle che trivellano, tubi che aspirano, la paziente che viene girata e voltata per vedere l'effetto delle protesi da sdraiata, da seduta, da inclinata, da incaprettata.
C'è persino una specie di bidone nel quale converge il grasso in eccesso; il Dr. lo mostra euforico come un petroliere farebbe coi pozzi.
Segue il trionfo del Befor and After featuring il marito euforico, le amiche entusiaste, il chirurgo (ancora lui) che straparla e bimbi un po' straniati che faticano a riconoscere la mamma dietro ai due palloncini che ora la precedono.
Ma soprattutto lei.
Lei e le sue tette nuove di zecca, che rimira compiaciuta, tornando allo specchio con fare da playmate.
E poi ancora: lei che filosofeggia sui riflessi psicoemotivi dell'abbandono dei push up, lei che seduce il marito in un locale trendy ((malgrado lui indossi un'orrenda camicia a quadri; o forse la prova era proprio questa?), lei che sfinisce le amiche con continue proposte mondane ("non è più quella di una volta, prima non voleva mai uscire ora non sta mai ferma!") per finire con lei che riceve la standing ovation di tutta la sala operatoria, riunitasi per un party post convalescenza.
Beh, c'è un momento, in una qualsiasi di queste puntate di Dr. 92010 (così si chiama la serie), un istante che vale da solo il prezzo del biglietto ed è quando lei si risveglia dall'anestesia.
L'istante di mezzo tra il before e l'after.
Aveva negli occhi un'espressione nella quale c'è tutto quello che penso a proposito delle "faccende" cui avevo appena assistito.
Un consiglio alla produzione: la prossima volta fate trentuno e prevedete un ritocchino facciale che imprima alla protagonista un sorriso televisivo, definitivo.
E soprattutto eterno.

15 nov 2006

Datemi la due

Spero solo che la mia sede di lavoro sia tempestata di telecamere nascoste e microfoni invisibili.
E che un manipolo di teleguardoni,, in qualche parte del mondo, si stia sbellicando.
Sennò davvero mi sfugge il senso.

Ecco, appunto

Gino Paoli che dice che una volta han chiesto a Lauzi perché scriveva solo canzoni tristi.
"Perché quando sono allegro esco".

Ecco, appunto

Are you gonna go my way?

Lei vuole essere trombata, purchè lui le dica che l'ama.
Lui vuole trombarla.
Se lui le dice che l'ama, loro trombano.

7 nov 2006

35



Pudori anagrafici

Rinnovo la carta d'identità e ne scopro una curiosa.
E' una sorta di consenso a far sì che lo stato civile venga riportato sul documento cartaceo.
In altre parole la Pubblica Amministrazione lo sa, ma il resto del mondo, se non ti va, no.
Immagino che un provvedimento del genere discenda da complesse motivazioni giuridiche che salto a piè pari.
Per come la vedo io la faccenda è che la possibilità di questo omissis sia una forma di riguardo, rispetto al dato che più attiene alla sfera personale.
Fin qui tutto bene.
The question is: quale sarà lo stato civile che non è il caso di sbandierare ai quattro venti?
Il mio o ... l'altro?

2 nov 2006

Due bracciate in centro

Lo so, lo so, con tutti i problemi che ci sono non è il momento per star dietro ai visionari.
Però il pensiero di far due bordi tra via Sacchi e Via Nizza mi intriga.
Per non parlare di un Italia-Senegal di beach volley a San Salvario.
O della prospettiva di uscire di casa con pinne e maschera nello zaino senza passare per il coinquilino di Hugh Grant in Notting Hill.
Insomma, il giorno che all'IKEA venderanno palme biocompatibili e barchette pieghevoli a forma di giandujotto ricordatevi che per la prima volta l'avete letto qui.

25 ott 2006

Ciao cara, esco un momento ...

Oggi la mia giornata è iniziata con le seguenti notizie.

LA PRIMA.
Lo stipendio medio dell'impiegato è in crollo verticale. Non solo è da fame in termini assoluti, lo è anche in termini relativi, cioè se confrontato con altre categorie.
Come dire che se un tempo un impiegato in vena di facezie poteva bullarsi almeno col postino, oggi farebbe bene ad abbassare lo sguardo e a guardare se casomai per terra raccimola qualche moneta, caduta ad un quadro (uno di quelli che camminano, beninteso).

LA SECONDA.
Nel 2050 la Terra incrocierà le braccia e per noi saranno cavoli amarissimi.
Perchè siamo troppi, perchè consumiamo troppo, perchè le risorse sono quelle che sono e, non bastasse, perchè non ci sono più le mezze stagioni (che poi è il modo in cui la madre Terra sta cercando avvisarci: facendo saltare il banco dei luoghi comuni).
Lo dice nientemeno che il WWF, che però saggiamente consiglia di sparpargliarci su due pianeti (già mi immagino, i mariti infedeli che dicono alla moglie: "Esco a comprare le sigarette" e invece se ne vanno su Marte con la segretaria scosciata).

LA TERZA.
Chiamati ad indicare il loro più macho rappresentante, il popolo di Askmen (sorvoliamo ...) ha scelto George porta-in-faccia Clooney.
E fin qui niente di nuovo sotto il sole.
Quello che c'è di nuovo sotto il sole (qualche posto più giù in classifica) è - manco a dirlo - Bandana.

IN CONCLUSIONE
Considerando che sono un impiegato, con una discreta paura anche solo di prendere l'aereo e che cerco di piacere all'altro sesso senza ricorrere a innesti piliferi nè a disboscamenti più o meno localizzati, cosa devo pensare?
Che poteva andare peggio, naturalmente.
Per cui mi preparo alle prime pagine di domani:
"Laurea: un inutile orpello", "Ti piace il jazz? Scordati il sex", "Torino, peggio di Chernobyl" e "Finanziaria: la stangata si tinge di granata".
Io, nel dubbio, domani compro Playboy.
E ovviamente mi limito a guardare le figure ...

19 ott 2006

Dammi tre parole

Ho notato una cosa.
La gran parte dei capi ha costruito la propria fortuna professionale su tre massimo quattro elementi.
In alcuni casi - quando va bene - si tratta di concetti veri e propri, ma a volte possono essere anche solo espressioni, locuzioni o addirittura singole parole.
Conosco un commerciale che, poverino, è in possesso solo di una parola ("disegno") e di una locuzione ("quello/a che è") per cui non è che vada lontanissimo.
Si alza da quello che è il letto, va in quello che è il suo ufficio e quando proprio vuole sparare tutte le cartucce tira fuori "quello che è il disegno".
Ma torniamo all'attualità, cioè al capo dell'altro giorno.
Le sue parole erano: sinergia (anche utilizzato al plurale), tavolo di lavoro (rigorosamente al singolare, preferibilmente preceduto dal verbo costituire) e piano operativo (ad libitum).
Eravamo ad una di quelle riunioni plenarie in cui a turno uno parla e gli altri fingono interesse mentre in realtà sono concentrati sulla vibrazione del cellulare tenuto al riparo dagli sguardi degli astanti.
Il capo taceva e ogni tanto rispondeva al cellulare (in certe riunioni il capo lo distingui proprio da questo; è l'unico col cellulare in vista, come lo sceriffo nei western).
Finchè non ha chiosato.
Una chiosa nella quale - per dirla con Sciascia - ha messo una parola in culo all'altra e tutte quante nel culo del gruppo di lavoro.
Pardon, del tavolo.

Pautasso, il marziano

Un piemontese su cinque è depresso, l'hanno detto stamattina in radio per metter di buon'umore gli ascoltatori.
E' vero che non hanno spiegato cosa si intenda per depresso, nè come abbiano calcolato il dato (in base agli ascolti di Desperate Housewifes? Alle vendite dei dischi di Carmen Consoli? Al consumo di Nutella?).
Il punto è un altro.
Il punto è che se ai depressi aggiungiamo gli scazzati cronici, gli ombrosi diffidenti, i lamentosi di prefessione, quelli vorrei ma non posso, quelli potrei ma non so se voglio, quelli che stai quasi iniziando a pensare che sono a posto e poi - zac! - si fanno un'uscita che ti fa precipitare il precipitabile, quelli che confondono le pulsioni con le compulsioni, quelli che li accendi solo a pedate, quelli solari come la trilogia del Corvo ed effervescenti come una damigiana di aceto e per finire tutti quelli che il mio mentore definirebbe seriali (mica si deve essere per forza assassini seriali! Conosco egoisti seriali, infedeli seriali, per non dire degli idioti seriali ...), se aggiungiamo tutti costoro, dicevo, si arriva a numeri e quindi a conclusioni ancora più inquietanti.
Su tutte, una: ma alla dozzina di persone che dovrebbe restare (se non ho sbagliato i calcoli) e che potremmo definire marziani, io appartengo?

Iene con le Iene

Un tempo si sarebbe detto homo homini lupus ...

18 ott 2006

Dar forma al tempo

Questa è epoca di «passioni tristi, narcisiste», che ha perso interesse nel futuro, che non prendendo tempo per pensarlo impoverisce il rapporto stesso col tempo.
Eppure proprio questo è sperare: «dar forma al tempo».

(Barbara Spinelli, la Stampa, 17 settembre 2006)



13 ott 2006

Chi ha incastrato Roger Rabbit? (adults only)

Si direbbe Janet Jackson, a leggere qui.

9 ott 2006

I'm all in

Ho visto il poker in tv.
Si chiama heads up ed è una specie di testa a testa come nei western, solo senza le pistole, il fumo, le barbe incolte, il saloon e il pianista che non suona più, tanta è la gravità del momento.
Insomma il western non c'entrerebbe nulla se non fosse che a un certo punto succede una cosa.
Cioè che un "pistolero", quello rimasto con poco grano, fissa l'altro negli occhi e con lo sguardo più truce di cui è capace gli dice: "I'm all in".
Che vuol dire: facciamola finita con questo scenetta in cui tu sembri un commercialista e comportiamoci da uomini.
Non importa quanto soldi ho da mettere sul piatto.
Conta che viene un momento nella vita in cui o si è dentro o si è fuori.
Io sono dentro e tu?

Ecco ... io sono dentro.

Slow down everyone, you're moving too fast ...

C'è una persona che tiene molto che ci si ricordi del suo compleanno.
C'è una seconda persona che miracolosamente si ricorda di fare gli auguri alla prima persona, quella che tiene molto che ci si ricordi del suo compleanno.
Ricapitolando abbiamo: due persone, un compleanno e un sms di auguri.
Abbiamo infine una risposta, molte ore dopo, che dice: "grazie ... scusa ma ero di corsa ...".

Cosa avrà voluto dire?


(la domanda è ovviamente retorica)

5 ott 2006

Lievissime divergenze

Scrive Giulia (di "sai tenere un segreto?")

READ MY LIPS

Scriverò. Molto. Lentamente.

Cari uomini che ogni anno prendete le pilloline multicolori per simulare un convincente priapismo.

Forse avreste dovuto ascoltarci un po’. Forse dovreste cominciare a farlo adesso.
Finitela di pensare che il sesso sia quello dei film porno. Per favore. Fatelo per voi stessi e anche un pochino per noi.
Se voi scopaste tutti come Rocco Siffredi, credeteci: i nostri genitali avrebbero già preso fuoco.
E non in senso buono.
Posto che ci sia un senso buono.

La stragrande maggioranza delle donne non vuole essere trombata a stantuffo per ore. Ci annoiamo. Ci piace la varietà, la fantasia, la sorpresa, tutte cose che non si ottengono né con le pillole né tantomeno con l’erezione di quattro-sei ore che le suddette vi regalano. E tuttavia, anche mentre scrivo, mi arrivano messaggi di spam, che in inglese approssimativo annunciano: “She wants a better sex? All you need is here!” Ci credete, a questa storia delle pillolette. Poi finite tutti dal dottore, perché nonostante l’alzabandiera chimico la vostra vita sessuale non è migliorata per niente.

Fatela finita.
Lo diciamo per voi, ma anche un po’ per noi.
Il sesso non è quello dei film porno. Non è neanche quello dei film in generale, con la colonna sonora che emerge in ventate di violini e mareggiate di pianoforti mentre i protagonisti consumano il primo di (si presume) infiniti svenevoli cosmici amplessi.
Ascoltateci.
Usate la fantasia. Usate l’ingegno. Usate l’umorismo, perfino.
Basta con la favola della trivella petrolifera che le fa godere a cataratta.
Il porno lo avete inventato voi, a uso e consumo di una fantasia di potenza che ha poco a che vedere con il desiderio. Fatevi pure le pippette su Jenna e compagne, ma non pensate che noi siamo tutte come ci dipingete nelle vostre fantasie. E tantomeno che noi ci aspettiamo da voi le prestazioni ginniche di John Holmes.

Mollate le pillole e imparate il linguaggio del corpo. Adesso.


Risponde
Blober (di Blober)

Risponderò. Molto. Lentamente.
Care donne che ogni giorno vi lanciate sguardi colmi del conforto dolceamaro del sentirvi incomprese martiri pazienti.
Forse dovresto smetterla di parlarvi addosso.
Forse dovreste cominciare a farlo ora.
Finitela di pensare che l’ironia applicata al sesso sia solo ed esclusivamente quella degli sceneggiatori di Sex & the City.
Per favore. Fatelo per voi stesse e anche un pochino per noi.
E per il bene dell’editoria, se vi va di sentirvi filantrope.
C’è un mondo da scoprire là fuori e se non vi liberate di certi tic patinati poi finisce che calamitate gli stantuffi.
Provate a tenerle nascoste, le tette; almeno per un po’!
Ci restituirete il piacere della scoperta.
E quando viaggiate da sole, concedetevi ogni tanto lo choc di una meta non popolata da bronzi di Riace; sennò poi come ce lo levate il dubbio che il pistolotto sul pistolino non sia una di quelle litanie ipocrite che fanno fine e non impegnano?
Una fetta a voi sconosciuta della popolazione maschile riesce ancora ad intravvedere il metro dietro i vostri occhi censori.
E credeteci se vi diciamo che siamo capaci di usare la metafora del metro senza darci di gomito come se fossimo ancora in caserma.
Vi sembrerà strano ma concordiamo con voi che la liberazione sessuale sia una cosa buona e giusta.
Solo abbiamo letto il bugiardino.
E gli effetti collaterali.
Piantatela di fare confronti e di sostenere che siamo noi ad esserne ossessionati.
Che gettiate il sasso ci sta; solo, il braccio non nascondetelo, perchè non è la cellulite a renderci misogini ma la disonestà intellettuale.
Riconoscete la fantasia, se vi capita di imbattervici.
Mollate le riviste patinate e imparate il beneficio del dubbio.
Appena trovate un momento.

3 ott 2006

Felicità Sostenibile

Ci sono.
Ho capito.
Ho capito perchè le persone sono così aggressive da staccarsi le orecchie ai check in.
Perchè sono così depresse e ingrigite che non si guardano nemmeno più negli occhi.
E anche perchè sono così mal disposte le une verso le altre che come prima ipotesi si chiedono: mi prende in giro o cerca di fregarmi?
(per le spiegazioni sulla rottura fra Eva Longoria e Tony Parker mi sto attrezzando).

Il problema sono le
aspettative.
Sta tutto lì.
Sai che banalità, si dirà.
Ma io sono andato oltre, ho risalito il fiume delle aspettative fino alla fonte.
La fonte che avvia la terribile spirale frustrazione, disillusione, occhi bassi, orecchie mozzate, calasingue disperate, infrazione di passi.
Il problema sono le
catenazze.
Quelle buoniste new age vogliamocituttibbbene che girano come - non di rado - le scatole.
Ne prendo una a caso, l'ultima che ho ricevuto; si intitola "
di certe cose c'è sempre bisogno".
L'ho letta e mi sono sentito uno schifo, un dead man walking nel braccio dell'infelicità perenne.

Io non mi innamoro tanto facilmente, al supermercato trovo sempre code orrende e sguardi assassini
.
Di posta ne ricevo, sì, ma il più delle volte sono inoltri, cioè cose che apprezzo come la sabbia nel letto.
Il giaccone preferito non lo trovo mai a metà prezzo e nelle tasche di quello vecchio non c'è traccia dei cinquanta euro di cui si parla.
L'ultima volta che ho sentito inavvertitamente qualcuno parlare bene di me è stato per uno scambio di persona.
L'altro giorno ho provato a ridere da solo facendo una battuta tra me e me ma non l'ho capita.
Il mio primo bacio appartiene al millennio scorso.
Quanto al correre in mezzo allla pioggia, non sarebbe male, è vero, se non fosse che dopo poco passa qualcuno su un SUV e allora poi quella felice è la signora della tintoria.
Inoltre sono troppo vecchio per non sapere che quando qualcuno ti magnifica sta per appiopparti un progetto critico o un due di picche.
L'unico che gioca con i miei capelli è il mio parrucchiere e non di rado i suoi sono giochi censurabili.
Che senso ha fare sogni dolcissimi se poi ti svegli con un brufolo?
Sull'amaca adoro dondolarmi ma dove diamine la appendo?
E poi fare l'amore fare l'amore fare l'amore ...
Ma amore
de che?

Insomma, affranchiamoci dalle catenazze della felicità ebete e utopistica.
E tuffiamoci dentro la vera e sola felicità possibile.
La Felicità Sostenibile.
Felicità Sostenibile è quando ti aprono la macchina e ti portano via l'orrendo cd che tieni per le gelate invernali e lasciano lì Jack Johnson perchè non sanno chi è.
Quando il maglione lo strapaghi ma almeno non si trasforma in una presina al primo lavaggio.
Quando il kebab lo chiedi poco piccante e non devono chiamare i vigili del fuoco.
E se le cose che ti dici fra te e te ti fanno sorridere e non più sganasciare va bene lo stesso.
O no?

27 set 2006

Barney dove sei?

E’ possibile sentire la mancanza, una mancanza quasi epidermica, di un personaggio letterario?
Potrà sembrare strano ma a me succede.

Ad esempio oggi.
Leggo il pezzo della Miretti su La Stampa Web, un pezzo sul turismo sessuale - pardon: sentimentale - femminile e sento la mancanza di Barney Panowsky (che il dio della letteratura lo abbia in gloria, lui e Mordecai Richler).
Perché Barney un pezzo del genere non se lo sarebbe lasciato scappare per nulla al mondo (se non per una partita dei Canadiens, beninteso).
E allora non mi ci metto nemmeno, a commentarlo.
Anche perché la Miretti è riuscita nella paradossale impresa di trovare le parole in cui possono riconoscersi due estremi umani: women in love del terzo millennio e misogini orfani letterari del secondo.
Barney dove sei?
Cazzo cazzo e cazzo.


Stefania Miretti – Il senso di Ismail per la tenerezza (@ La Stampa Web)
Grassettatura a cura di Blober
Voce assente: Barney Panowsky

«AIUTO! L’amore più vivo e speciale che la mia vita abbia mai incontrato... doveva proprio nascere a Capo Verde? C'è qualcuna nella mia stessa situazione? Che posso fare?». Sul forum femminile on-line la ragazza che si firma Memole lancia il suo grido di dolore.
Le rispondono a decine. – «Anche io mi sono innamorata di un bellissimo ragazzo di Boa Vista. Sono felice e ogni 3 mesi vado da lui. Ma sono pazza anche dell'isola e della gente. Lui è un complemento di tutto questo paradiso». – «E’ successo anche a me, non so se fosse amore, forse è la forza della loro infinita solarità che ci fa volare così in alto... comunque qualcosa di splendido l’ho vissuto, lui era così semplice d'animo che mi ha conquistata in un attimo».
E’ settembre il più crudele dei mesi, per le viaggiatrici dell’amore che tornano dalla loro settimana tutto compreso e fanno i conti con la nostalgia, con le difficoltà di comunicazione (il «complemento del paradiso» guadagna 100 dollari al mese quando va bene e non ha mai ricarica sul telefonino), coi sensi di colpa talvolta e talaltra con la fresca diagnosi di papilloma virus. Lo chiamano turismo sessuale femminile, «ma attenzione», dice la psicoterapeuta Maria Rita Parsi che ascolta i racconti delle viaggiatrici di ritorno, «è desiderio di tenerezza e scoperta di un modo meno complicato di relazionarsi al maschio; sono rapporti dove l’attenzione all’altro non viene mai meno, privi della componente aggressiva che caratterizza il turismo sessuale vero e proprio, quello che resta appannaggio degli uomini.
Tant’è vero che molte finiscono per innamorarsi». Un tempo erano donne mature e straniere, la Charlotte Rampling del film «Verso il Sud», le tedesche o le polacche che ogni turista ha incontrato sulla spiaggia di Aqaba come al tavolino d’un bar all’Avana, gli occhi negli occhi d’un ragazzo giovane dai muscoli guizzanti. Oggi la viaggiatrice dell’amore ha spesso trent’anni ed è, sempre di più, italiana: «Il fenomeno è in fortissima crescita», assicura la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del centro Ginecologico San Raffaele Resnati di Milano.
A lei in questi giorni capita di curare il sopraccitato papilloma, certo, ma anche di riflettere su quel che le raccontano le pazienti e trarne indizi (sconfortanti) sullo stato del sesso, qui da noi: «Molte sostengono di aver trovato in questi ragazzi una sensualità perduta, maschia ma non violenta, non meccanica né superficiale». Altre raccontano: «Dottoressa, io ho quarant’anni, sono curata e carina, ma a Milano mi sento invisibile; laggiù ho la sensazione di esistere ancora come donna, sento la musica del corteggiamento, ritrovo la mia femminilità».
Entusiasmi che anche a Maria Rita Parsi capita di registrare: «In quei luoghi ci sono ancora uomini capaci di mettere al centro del loro interesse il corpo femminile. O almeno, di suscitare nelle donne l’illusione che così sia. Mentre nelle nostre città prevalgono il consumo distratto di sms...». Un maschio meno problematico esiste, il tam-tam è dunque partito: l’atletico beach-boy di Noungwi, il romantico beduino del Wadi-ram, il barman di Taba che in fin dei conti parla tre lingue ed è pure elegante, sono personaggi ormai familiari nel teatrino delle confidenze tra amiche. Così si parte, sempre di più, verso Sud: da sole, in due o in piccolo gruppo, per la vacanza a Capo Verde, a Sharm el Sheik, a Zanzibar, in Senegal, a Cuba, a Djerba.
Lo confermano le agenzie di viaggio, che indicano le mete ma preferiscono non commentare ufficialmente il trend «per delicatezza nei confronti delle clienti»: donne tra i 30 e i 50 anni, graziose e benestanti, che spesso, entrando nello studio della ginecologa, esordiscono scherzando amaro: «Dottoressa, attenta alle ragnatele». Graziottin le divide in due gruppi: «Le autocentrate ed espressive, sicure di sé e molto autoprotettive, che infilano il profilattico in valigia, sanno cosa aspettarsi e sono attente a non esporsi a rischi. E le “ferite”, donne che hanno mariti che non le guardano dall’epoca degli Incas, hanno collezionato relazioni deludenti o hanno fatto un forte investimento affettivo sul lavoro e non si sono sentite ricambiate. Le vedo partire e so che finiranno per fare a se stesse un regalo avvelenato. Predisposte all’investimento illusorio, non si proteggono e a volte finiscono col cuore spezzato. Molte poi s’imbarcano in imprese disperate, finendo per assumersi responsabilità economiche nei confronti della famiglia dell’amante: per dire, c’è anche chi s’impegna a mantenerne il fratellino e farlo studiare».
Già, perché la questione che tutte fanno fatica ad affrontare è che verso Sud si trovano, nella maggior parte dei casi, amori asimmetrici e un po’ mercenari, una felicità a pagamento, sia pure indiretto. E le donne non sono ancora capaci di pagare, ma sempre bravissime a votarsi al disastro. dell’altro, una sessualità inesistente, che dopo un paio d’incontri viene risolta tutta via


Blober per il risparmio idrico

Risparmiate acqua
Fate la doccia in due...


Maiali nello spazio


Kermit a Del Piero assomiglia pochino.
In compenso Nedved Miss Piggy un po' lo ricorda.

25 set 2006

Silvio Muccino e il venerabile Jorge

La faccio breve: pare che già nel medioevo usassero le abbreviazioni.
E non tra gli adolescenti: tra i copisti.
Il bello è che lo dice uno dell'Accedemia della Crusca, cioè più o meno l'ultimo da cui ti aspetti una difesa d'uficio del popolo degli sms.
Insomma, ancora una volta non abbiamo inventato nulla.

A questo punto non resta che capire chi ringraziare per l'happy hour ...

21 set 2006

Generose coppe di polpa (wikiSOS)

C'è la Serendipità ma non Nick mano fredda.
C'è Alta Fedeltà ma nemmeno l'ombra di Sacco a pelo a tre piazze.
C'è Cassiopea ma non in quel senso.
Per non dire della scandalosa assenza di generose coppe di polpa ...

Insomma, quanto diavolo ci mettono su it.wikipedia a colmare quell'inaccettabile vuoto che risponde al nome di John Cusack?

Se non provvedono metto questa nella top 5 attività ...

Blober, l'amore ai tempi del colera

20 set 2006

Il resto è solo rumore bianco

Dice: sì, ma che cosa vorresti fare da grande?
Dico: da grande non so. Ma adesso voglio fare il deejay a Radio Kaos.


" ... E tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti a terra, e ascoltare il CD della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa, tutte sono state vissute, e tutte in un modo o nell'altro servono ad andare avanti.
Non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei, e non c'è niente di meglio al mondo.
Pause, rewind, play e ancora, e ancora, e ancora non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare, a mettere insieme i suoni del kaos che hai dentro.
E se scenderà una lacrima quando lo riascolti, bè, non avere paura, è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita.

FM 107 e 3, Radio Kaos, il tuo bpm, il resto è solo rumore bianco. "

19 set 2006

Siffredi: sono malato di sesso

Manco a farlo apposta, dopo la confessione-choc della Hunziker, eccone un'altra del più celebre attore italiano sotto la cintola.
Sostiene Siffredi di aspirare a quella normalità per cui - sono parole sue - apri gli occhi alla mattina senza pensare immediatamente al sesso.

Beh, io mi considero normale per cui su questa frase di RS ci ho riflettuto a lungo.
Insomma, devo dire che ha ragione.
Quando mi sveglio alla mattina non penso al sesso.
Penso alla Hunziker ...

14 set 2006

Hunziker: non faccio l'amore da un anno

Dunque era solo sesso?
Ogni volta mi illudo ...

8 set 2006

"Uno voleva Cruz, l'altro Zaccheroni" (minitragedia telefonica in 3 atti)

L'allenatore del Toro è stato silurato a 3 giorni dall'inizio del campionato. In casi come questi la velocità con cui si confeziona la versione romanzesca degli eventi è sorprendente.
Non erano passati che pochi minuti dall'inizio del tam-tam tra tifosi che si è diffusa queste minitragedia telefonica in 3 atti.

UC è il silurante, GDB il silurato.

UC: "Devo dirle che non mi piace come gestisce la squadra ..."
GDB: "E allora?"
UC: "E allora la licenzio"

Credo che nei prossimi giorni starò molto attento a non rispondere "e allora?" a chicchessia.
Sai mai ...

31 ago 2006

Un dos tres (y cuatro)

Per evitare il clichè del bar, sono andato con tre amici (totale: quattro amici) in un localone estivo di salsaemeringhe.

Esperienza meravigliosa, sintetizzabile nella frase di un amico non bailarino: "stasera rischio di dover ricorrere alla radiale".

E poi, diciamolo, tutto pensavo fuorchè di trovarmi di fronte all'Ultimo Baluardo della Meritocrazia (ora mi spiego Cuba, il boom del turismo verso il grande bambù caraibico e tante altre cose ...).

Già, perchè qui (lì) il bellone-manzone non conta. Quello che in un locale d'altro tipo può non muovere un passo e comunque calamitare le scollature ...
Conta bailar.

Per cui vedi degli improbabiloni roteare con noncuranza donne a cui ... come dire ...tenderesti a non associarli.
E ti senti gli occhi addosso.
Il problema è che non ti puoi improvvisare salsero (???!!!???) sennò ti bruci.
La donna (desculpa, la dama) la devi condurre, devi farle fare figure e non figuracce.
Per cui mi sono concesso una sola bachata, come assaggio, e facendo molta atttenzione.
Prendi il colpo d'anca, also known as "tre-e-quattro".
Il rischio di sembrare Aldo Busi (anzichè Ricky Martin) è altissimo; meglio contenersi in attesa di istruzioni.

Una cosa resta da capire.
Per quale motivo hanno messo lo stesso pezzo per tutta la sera?

28 ago 2006

Il prossimo anno vado

Dove?
Al campionato mondiale di lancio del telefonino!

Al di là della evidentissima valenza simbolica (e terapeutica), credo di avere delle chance.
Ho letto il regolamento, semplicissimo: vince chi tira più lontano.
Il cellulare te lo scegli, idem la tecnica.

Sono convinto che se un attimo prima di lanciare dovessi ricevere una chiamata dall'ufficio, magari dal mio capo, me la giocherei per una medaglia.

Certo 89 metri sono un bel po' ...

24 ago 2006

Zazzà!

Ciascuno ha le proprie debolezze.
Io ho scoperto di averne una (l'ennesima) per

"Maracaibo, splendida regina, rrrrrhum e cocaina, zazzà!".
La canzone, sia chiaro.

Appena riesco mi vergogno, promesso ...

19 lug 2006

Il mondo alla rovescia?

Pare che il mondo sia tentato di iniziare ad andare alla rovescia.
Resta da capire se, nel farlo, porterà con sè la freccia del tempo, oltre che Moggi e Giraudo.

Io dico che le ragioni per cui l'esperienza andrebbe provata sono praticamente infinite, specie in tema di coppia.
Le storie inizierebbero tirandosi il servizio da dodici per poi concludersi tubando a diversi metri da terra.
Per non parlare dell'estasi sublime che è propria dell'idillio dell'amore (cfr. Dizionario di lingua Elica).
Ma ve l'immaginate concludere coi preliminari anzichè dandosela a gambe con scuse puerili?

12 lug 2006

L'hobby del collezionismo

Ebbene sì, ho l'hobby del collezionismo.
Collezioni figurille, come stamattina.

Esco di casa e trovo sul parabrezza della macchina un biglietto.
Anonimo.
Di una ammiratrice segreta.
Che mi dice le classiche cosa da biglietto anonimo di ammiratrice segreta (è da un po' che ti vedo, ma sono timida, non oso farmi avanti, eccetera eccetera).
Faccio un rapido giro di consultazioni con me stesso e poi penso: "facile che la CAS (Classica Ammiratrice Segreta) sia nei paraggi, a cercare di carpire la mia reazione".
E così la individuo.
E' una ragazza che in effetti mi capita di incrociare da un po'.
Porta a spasso un cane inquietante più o meno come il biglietto sul parabrezza.
Insomma tutto quadra.
Per cui ci rifletto un attimo e poi prendo fiato, la avvicino e la affronto.
"Senti ... quanto ... sto ... per ... chiederti ... potrà ... sembrarti ... assurdo ... nel ... qual ... caso ...ti ... porgo ... fin ... d'ora ... le ... mie ... scuse ... ma ... insomma ... sei ... tu ... vero ... che ... mi ... hai ... scritto ... il ... biglietto?".

Ora, dato il titolo del post, secondo voi ... era o non era lei?

11 lug 2006

Soldi facili

Sono quelli che si potrebbero fare producendo, alla velocità della luce, una linea di abbigliamento griffata "Noi ce l'abbiamo GROSSO".
T-shirt, cappellini, bandane e naturalmente intimo.

In alternativa (ma più di nicchia) t-shirt di Zidane con la scritta "Bravo Pirlo".

Chi mi aiuta?

10 lug 2006

Quesiti al plasma

Ma perchè non mi è venuta l'idea di comprarmi un indispensabile televisore al plasma, da mediauorld?

Perchè?

P.S.: Fabio Grosso è il mio nuovo idolo. L'eroe per caso, se ce ne è uno. Altro che Dustin Hoffman ...

5 lug 2006

Hegel e il maxischermo

Tesi (anni '60)
Siccome la tivvù è un lusso me ne vado dal parente ricco che se la può permettere.

Antitesi (anni '80):
Siccome la tivvù è per tutti me ne sto a casa mia, bello comodo sul divano, con la canotta a coste, il rutto libero e i commenti sul balcone a fine partita.

Sintesi (oggi, ierisera):
Siccome la tivvù è sedicinonialplasmaomtìater, io me ne frego e me ne vado in piazza davanti al maxischermo, a cantar l'inno seguendo i labiali.

Logico no?

(Foto di Anna Boada)

3 lug 2006

La voglio così

Scegli il colore, gli accessori, i gadget; la giri e la volti, la vesti e la svesti, la miri e la rimiri.
Quindi soddisfatto, fai click sul pulsante "la voglio così".
E intanto che immortali
la tua futura cinquecento ti perdi a pensare a che effetto farebbe se al suo posto ci fosse la tua futura "qualcosaltro".

Sì ... lo so, la donna perfetta non esiste e non puoi certo "montartela" pezzo per pezzo (astenersi battutisti); e poi quello che ti piace oggi, magari domani ti stufa.
Tutto vero, ma vedere i tuoi sogni materializzarsi con pochi click fa sempre un certo effetto.
Per cui la prenderò senz'altro con le minigonne sportive e i paraurti in tinta ...

30 giu 2006

Semplicemente GRAZIE

A quest'uomo.

29 giu 2006

L'Atlantico ristretto

La prima scelta del draft NBA 2006 è italiana e si chiama Andrea Bargnani.
Non era mai successo.
Che un italiano venisse scelto dai califfi.
E che venisse scelto per primo.
Nemmeno MJ ...

In bocca lupo al Mago.
E italian pride a palla.

P.S.: Il GR1 ha aperto una finestra nell' "ampia pagina" dedicata ai Mondiali-di-Cermannia per dare la notizia e complimentarsi.
Con Andrea Barzagli ...

28 giu 2006

Adoro quest'uomo (omaggio a RB)

Quest'uomo (RB) è Romano Bertola.
Uno che scriveva cose folgoranti.
Di quelle che le leggi e scoppi a ridere ovunque tu sia.
A me capita così.

Eccone un blob.

#1
Quella di venirci a trovare e' stata un'ottima idea.
Pero' anche la nostra di non aprirvi non e' male!

#2
Generalmente, quando un uomo fa un bilancio della propria vita, resta abbacinato dal gran numero di errori commessi. Ma io sono abbastanza soddisfatto di me. Se si eccettua la volta che ho pagato due milioni un krapfen, grossi sbagli non ne ho commessi

#3
Ogni pomeriggio, mentre passeggiavo con Maniglia, incrociamo una bellissima donna, la classica bionda scandinava, un po' fredda, riservata.
"E pensare" dice Maniglia "che ieri
avrei potuto scoparla."
"Perchè, la conosci?"
"No, ma ce l'avevo duro."

#4
E' brutta come una caduta dalle scale. Ma e' intelligente, spiritosa. Forse in un'altra circostanza avrei potuto innamorarmi di lei.

Per esempio se fossi nato scemo


#5
Cenerentola ballo' tutta la notte col principe, volteggio' instancabile, rapita dalla musica, per le grandi sale della reggia, riflettendosi nelle alte specchiere come una
farfalla azzurra.
A mezzanotte era sudata come una cavalla.

#6
I cavalieri antichi, per amore di una damigella, erano disposti a uccidere un drago.
Io al massimo potrei tirare un calcio a un tacchino, ma per quella tizia dovrei aver perso la testa

#7
Anch'io fino ad un anno fa bevevo molto. Sopportavo l'alcool benissimo, ma è vero che, quando smetti, la vita ti sembra diversa. Io per esempio, non avevo il minimo sospetto di essere sposato da quindici anni

#8
Se ne sta distesa, a gambe larghe, sul letto. Non parla.
Mi domando cosa vuole da me.

#9
Ha insistito tanto che alla fine ho detto di no.

27 giu 2006

Volevo il cucchiaio

Sarà che Lippi mi è simpatico come la sabbia nel letto.
Sarà che Cannavaro, con quel fare da guappo furbetto, lo sopporterei al massimo alla "Bella Napoli".
Sarà che i sorrisi di Buffon mi ricordano quelli di certi agenti immobiliari, quando ti illustrano le meraviglie di una catapecchia.
Fatto sta che io, ieri, speravo nel cucchiaio.
Un bel cucchiaione che finisse in bocca al portiere aussie e sui denti a quell'Italia pronta a fare il carosello e a parlare di squadra cinica e partita eroica.

Niente da fare.
Ce ne andiamo ai quarti.
Avanti Savoia.

20 giu 2006

Perle lette ieri

"... l'entusiasmo febbrile della donna palesemente insoddisfatta cui ogni nuova idea annuncia l'alba di un nuovo giorno e viceversa".
(da "Eva, la bambola e il professore", di Tom Sharpe)


"... io sono per de rossi. ha dato una gomitata preventiva all'americano. nel corso della partita, infatti, l'americano avrebbe potuto dare una gomitata ad uno dei nostri.
o poteva avere un'arma di distruzione di massa nascosta nella narice".
(da it.sport.calcio.torino)

16 giu 2006

Anniversario

Come il sommo VB anch'io sono prossimo al mio anniversario: il primo anniversario di me con Ober.
Come sono stato con me stesso?
Sometimes happy, sometimes blue, naturalmente.
Peggio del possibile, meglio del previsto.
Diversi i momenti da ricordare: il primo strudel fatto insieme, la gloria giornalistica, la resurrezione di un oggetto molto caro, molte note suonate a piedi nudi, le tubature impazzite, il trionfo dopo i lacrimogeni.

Dicono sia diventato più cinico, disilluso e (per fortuna) meno piacione.
Penso sia tutto vero; ci certo mi piace pensare di essere diventato più diretto e meno logorroico.
Per cui mi faccio gli auguri e la pianto qui.

Lasciando giusto 3 cose: una che mi ha fatto ridere, una che mi ha steso e una ... che mi è venuta voglia di scriverne una versione mia.


12 giu 2006

Vivere in rimonta

... l'incubo dell'estate scorsa ha partorito la favola più bella. Quella di una tifoseria, di una società e di una squadra sopravvissute alla morte e nuovamente alleate in un blocco compatto, che lanciano una sfida impossibile alle regole della modernità, uscendone vittoriose. Ci avevano spiegato che il calcio del Duemila si nutre di marchi pubblicitari, diritti televisivi, allenamenti scientifici e lunghissime programmazioni. Ma il Toro che ieri sera si è affacciato dal sottopassaggio per la battaglia finale è cresciuto a partire da un gruppetto di calciatori che si ritrovò alla fine di agosto senza avere in comune neppure il colore della tuta, con un acquedotto municipale per sponsor, la preparazione estiva saltata e un futuro dipinto di buio.
[...]
Da allora è stata una rincorsa continua alla normalità: mai raggiunta del tutto, per fortuna.
[...] Per uscire di casa ieri sera occorreva una dose supplementare di incoscienza. Ciascuno di noi, nello scendere le scale del proprio appartamento con una sfilza di gesti scaramantici raddoppiata nella circostanza, sapeva molto bene che esistevano alte probabilità di risalirle qualche ora dopo con l'umore sotto i talloni e la prospettiva di un'altra estate alla finestra, affacciati sulle disgrazie altrui. Però le abbiamo scese lo stesso, quelle scale. Perché erano l'unico sentiero possibile per arrampicarsi fino al paradiso. E poi tu sai quanto siamo viziati, in fatto di emozioni. Ci piace vivere in rimonta.

(Massimo Gramellini, "Granata da legare", 12 giugno 2006)

30 mag 2006

Accade all'Ikea (fenomenologia della coppia "muderna")

Lei ha il righello di carta, lui semmai va a spanne.
Lei si scioglie davanti alle chaisse-longue, lui al più strizza l'occhio al poggiapiedi.
Lei zigzaga euforica, lui la segue come un'ombra svogliata.
Lei conta i ripiani, lui i minuti.
Lei apre ante, lui chiude ante.
Lei collauda, lui la guarda.
Lei afferra, lui ripone.
Lei vuole una stampa, lui la Gazzetta.
Lei vagheggia, lui vagola.
Lei annota, lui smessaggia.
Lei pianifica il futuro, lui il dopocena.
Lei propone il salmone affumicato, lui sogna il kebab.
Lei lo guarda "due cuori, una capanna", lui la guarda "vado a vivere da solo".
Lei sogna il letto a baldacchino, lui il letto e basta.
Lei rifarebbe il giro da capo, lui non ce la fa più.
Lei fa per tornare indietro, lui sbotta.
Lei lo richiama "non alzare la voce, qui", lui alza la voce lì.

Accade all'Ikea.

25 mag 2006

Dimmi che suoneria hai ...

Il mio cellulare quando trilla, trilla.
Nel senso che fa un trillo.
Non mi sono ancora arreso all'idea di sostituire il trillo con una suoneria.
Forse perché non mi sono ancora arreso all'idea che una cosa come una suoneria possa far capire meglio chi sono, possa concorrere a rappresentarmi.
Ma ammettiamo per un attimo che ci sia del vero nell'assunto: "dimmi che suoneria hai e ti dirò chi sei".
Cosa vorrà dire il collega cui è appena squillato il cellulare, intonando "le tagliatelle di nonna Pina"?

5 mag 2006

L'Andreotti imbertoldito

Paolo Conti chiama Don Luciano.

Conti: "Guarda io credo che noi abbiamo fatto già molto e cerchiamo di fare il meno possibile, una roba che cerchiamo di fare adesso vediamo ma l'orientamento che c'è in commissione Luciano è quello di volumizzare insomma quindi"
DL: "Si vabbé ma"

E poi c'è ancora gente che va in giro a parlare di stile juve ...

4 mag 2006

Il solista involontario

Dunque Carlo Azeglio ringrazia e declina.
Leggi il suo breve comunicato e ci senti qualcosa di rivoluzionario, tanto la sua è una voce fuori dal coro.
Poi ci rifletti e ti rendi conto che è il coro ad essere stonato, dissonante. Ciampi è un solista involontario.
Lui segue lo spartito, fedelmente.
Sono gli altri che improvvisano, interpretano, modificano e a volte stravolgono.
Quelli che un'indagine rende dei perseguitati, una colpa delle vittime, un risultato avverso dei defraudati.
Quelli che le istituzioni le usano anzichè servirle.
Quelli per cui la regola è un impiccio, la divergenza un fastidio e il dissenso ottusità o malafede.
Ciampi segue lo spartito; il suo è alla fine e non è tradizione concedere bis. Per cui, incurante degli schiamazzi, suona le ultime note e se ne va.
Un rivoluzionario.

21 apr 2006

Il 10 aprile dedicato a ... : Emilio Fede

All'inventore della astutissima formula " ... e lo diciamo con la massima serenità ... " con la quale condisce il suo patetico repertorio di smorfie, pause, storpiature, frizzi ed invettive dedico una veduta satellitare.
Nella certezza che da lassù la serenità non potrà che accrescersi.

14 apr 2006

Life is a Cabaret

Tremaglia vuole rivotare.
Guzzanti vuole ricontare.
I giovani del motore azzurro vogliono manifestare.
Pisanu vuole precisare.
Il nano vuole resistere.

Intanto l'Azeglio ringrazia ufficialmente e sentitamente il compagno Mirko, come il più sapido dei flamer.
Meraviglioso.

Una cosa va detta.
Questa ingloriosa fine legislatura offre spunti comici ghiottissimi.
Attendiamo trepidanti le prossime puntate.
Chiederanno il televoto sul digitale terrestre?
O salterà fuori che Tremonti ha cartolarizzato le Camere e che ormai sono - già condonate - del Berlusca?
E che dire dei ragazzi del grande fratello, chiusi nella casa e quindi impossibilitati al voto?

Il 10 aprile dedicato a ... : Paolo Guzzanti

Aveva tuonato contro gli espropri di voti, tutti in una direzione.
Et voilà, servito.

Finirà in vacca

Scongiurati (per il momento) esiti di altro tipo, malgrado le previsioni proterve del premier uscente (aggettivo esortativo), ho come la sensazione che tutto finirà all'italiana, cioè all'insegna del "Ma non è una cosa seria".

In altre parole le barricate del premier finiranno nel testo di qualche tormentone estivo dance, la sparata di Guzzanti in qualche t-shirt, il "coglioni" in qualche "chi non salta" da stadio e al più Elio scriverà una nuova Terra dei cachi.
Insomma, da buoni italiani unafacciaunarazza, una risata ci seppellirà (insieme al debito pubblico, ovviamente).

Le prime avvisaglie sul sito dei pasionari prezzolati ricontiamopuntocom (propondo l'attivazione di un alias nonvogliamoperdere.it o attaccatiallapoltrona.it o non nongiocopiùmenevado.it).
Pare che tra i centomila (uno? nessuno?) dell'appello a Ciampi per ricontare (le schede non assegnate, le nulle, tutte, anche quelle del 2001 ...) ci siano: John Lennon, Cassius Clay, the Pelvis, Napoleone, Ciampi stesso, Bush e il Principe Nero.
Attendiamo trepidanti Zorro, il mostro di Lochness, zio Paperone e Fritz il pornogatto.
E Bondi, sempre che Ruini gli dia il permesso.


Facciamolafranca

Blober aderisce entusiasta all'iniziativa di Caterpillar sostenendo la candidatura di Franca Ciampi a prossimo Presidente della Repubblica.
Geniale ...