19 ott 2006

Pautasso, il marziano

Un piemontese su cinque è depresso, l'hanno detto stamattina in radio per metter di buon'umore gli ascoltatori.
E' vero che non hanno spiegato cosa si intenda per depresso, nè come abbiano calcolato il dato (in base agli ascolti di Desperate Housewifes? Alle vendite dei dischi di Carmen Consoli? Al consumo di Nutella?).
Il punto è un altro.
Il punto è che se ai depressi aggiungiamo gli scazzati cronici, gli ombrosi diffidenti, i lamentosi di prefessione, quelli vorrei ma non posso, quelli potrei ma non so se voglio, quelli che stai quasi iniziando a pensare che sono a posto e poi - zac! - si fanno un'uscita che ti fa precipitare il precipitabile, quelli che confondono le pulsioni con le compulsioni, quelli che li accendi solo a pedate, quelli solari come la trilogia del Corvo ed effervescenti come una damigiana di aceto e per finire tutti quelli che il mio mentore definirebbe seriali (mica si deve essere per forza assassini seriali! Conosco egoisti seriali, infedeli seriali, per non dire degli idioti seriali ...), se aggiungiamo tutti costoro, dicevo, si arriva a numeri e quindi a conclusioni ancora più inquietanti.
Su tutte, una: ma alla dozzina di persone che dovrebbe restare (se non ho sbagliato i calcoli) e che potremmo definire marziani, io appartengo?