5 ott 2006

Lievissime divergenze

Scrive Giulia (di "sai tenere un segreto?")

READ MY LIPS

Scriverò. Molto. Lentamente.

Cari uomini che ogni anno prendete le pilloline multicolori per simulare un convincente priapismo.

Forse avreste dovuto ascoltarci un po’. Forse dovreste cominciare a farlo adesso.
Finitela di pensare che il sesso sia quello dei film porno. Per favore. Fatelo per voi stessi e anche un pochino per noi.
Se voi scopaste tutti come Rocco Siffredi, credeteci: i nostri genitali avrebbero già preso fuoco.
E non in senso buono.
Posto che ci sia un senso buono.

La stragrande maggioranza delle donne non vuole essere trombata a stantuffo per ore. Ci annoiamo. Ci piace la varietà, la fantasia, la sorpresa, tutte cose che non si ottengono né con le pillole né tantomeno con l’erezione di quattro-sei ore che le suddette vi regalano. E tuttavia, anche mentre scrivo, mi arrivano messaggi di spam, che in inglese approssimativo annunciano: “She wants a better sex? All you need is here!” Ci credete, a questa storia delle pillolette. Poi finite tutti dal dottore, perché nonostante l’alzabandiera chimico la vostra vita sessuale non è migliorata per niente.

Fatela finita.
Lo diciamo per voi, ma anche un po’ per noi.
Il sesso non è quello dei film porno. Non è neanche quello dei film in generale, con la colonna sonora che emerge in ventate di violini e mareggiate di pianoforti mentre i protagonisti consumano il primo di (si presume) infiniti svenevoli cosmici amplessi.
Ascoltateci.
Usate la fantasia. Usate l’ingegno. Usate l’umorismo, perfino.
Basta con la favola della trivella petrolifera che le fa godere a cataratta.
Il porno lo avete inventato voi, a uso e consumo di una fantasia di potenza che ha poco a che vedere con il desiderio. Fatevi pure le pippette su Jenna e compagne, ma non pensate che noi siamo tutte come ci dipingete nelle vostre fantasie. E tantomeno che noi ci aspettiamo da voi le prestazioni ginniche di John Holmes.

Mollate le pillole e imparate il linguaggio del corpo. Adesso.


Risponde
Blober (di Blober)

Risponderò. Molto. Lentamente.
Care donne che ogni giorno vi lanciate sguardi colmi del conforto dolceamaro del sentirvi incomprese martiri pazienti.
Forse dovresto smetterla di parlarvi addosso.
Forse dovreste cominciare a farlo ora.
Finitela di pensare che l’ironia applicata al sesso sia solo ed esclusivamente quella degli sceneggiatori di Sex & the City.
Per favore. Fatelo per voi stesse e anche un pochino per noi.
E per il bene dell’editoria, se vi va di sentirvi filantrope.
C’è un mondo da scoprire là fuori e se non vi liberate di certi tic patinati poi finisce che calamitate gli stantuffi.
Provate a tenerle nascoste, le tette; almeno per un po’!
Ci restituirete il piacere della scoperta.
E quando viaggiate da sole, concedetevi ogni tanto lo choc di una meta non popolata da bronzi di Riace; sennò poi come ce lo levate il dubbio che il pistolotto sul pistolino non sia una di quelle litanie ipocrite che fanno fine e non impegnano?
Una fetta a voi sconosciuta della popolazione maschile riesce ancora ad intravvedere il metro dietro i vostri occhi censori.
E credeteci se vi diciamo che siamo capaci di usare la metafora del metro senza darci di gomito come se fossimo ancora in caserma.
Vi sembrerà strano ma concordiamo con voi che la liberazione sessuale sia una cosa buona e giusta.
Solo abbiamo letto il bugiardino.
E gli effetti collaterali.
Piantatela di fare confronti e di sostenere che siamo noi ad esserne ossessionati.
Che gettiate il sasso ci sta; solo, il braccio non nascondetelo, perchè non è la cellulite a renderci misogini ma la disonestà intellettuale.
Riconoscete la fantasia, se vi capita di imbattervici.
Mollate le riviste patinate e imparate il beneficio del dubbio.
Appena trovate un momento.